Niki de Saint Phalle, pittrice e scultrice franco-americana, inizia la costruzione del Giardino dei Tarocchi nel 1979. L’artista decide di compiere questa impresa seguendo l’ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona.
Identificando nel Giardino il sogno magico e spirituale della sua vita, Niki de Saint Phalle si dedica alla costruzione delle ventidue imponenti figure in acciaio e cemento. Queste sono ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate. Il lavoro dura più di diciassette anni. L’artista è affiancata, oltre che da diversi operai specializzati, da un’équipe di nomi famosi dell’arte contemporanea.
Il marito di Niki, Jean Tinguely, ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro.
Nell’estate 1996 finiscono i lavori di realizzazione del Giardino dei Tarocchi. Il costo, interamente sostenuto dall’artista e dalla sua famiglia, ha raggiunto e superato i cinque milioni di euro.
Nel 1997 Niki de Saint Phalle costituisce la Fondazione Il Giardino dei Tarocchi il cui scopo è quello di preservare e mantenere l’opera realizzata dalla scultrice. Il 15 maggio 1998 il Giardino dei Tarocchi è finalmente aperto al pubblico.
I tarocchi come simbolo ed archetipo
La storia dei tarocchi si perde lontano nel tempo. I tarocchi nascono come un gioco di carte raffiguranti animali, personaggi, virtù e situazioni reali. Abbiamo notizia di infinite variazioni delle regole di questo gioco, ma pochi mazzi antichi sono arrivati fino a noi. Sappiamo che le carte erano dipinte con abbondanza di dettagli e che oltre ai mazzi più costosi e ricercati, in Europa circolavano anche mazzi più economici.
Sappiamo che nel diciassettesimo secolo, le carte venivano usate come canovaccio per inventare storie intrecciatissime e divertenti che allietavano le lunghe serate delle corti Europee.
I tarocchi come mezzo di divinazione e la definizione del mazzo in 22 arcani maggiori, sono un’idea relativamente moderna che troviamo documentata dalla fine del 1700.
Gli arcani rappresentano cose, persone, situazioni. Non sono né positivi né negativi e si leggono singolarmente oppure nel contesto delle altre carte in cui vengono disposti. Alla base dei tarocchi come divinazione, c’è l’idea che gli esseri umani comunichino in maniera verbale diretta ma anche in maniera indiretta, subliminale, archetipica e simbolica.
In questo quadro si inserisce il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle, gigantesco mazzo di carte, meraviglioso sogno ad occhi aperti e gioco colorato.
Il sole, le stelle ma anche il mare
Quello che colpisce, visitando il Giardino dei Tarocchi, è la grandezza delle strutture. Proprio come nel parco di Gaudì di Barcellona, il Giardino dei tarocchi si sviluppa su più piani giocando sulle prospettive, le dimensioni, i riflessi.
Luci ed ombre si spezzano contro le centinaia di tessere colorate che ricoprono gli arcani. Vetri, specchi, terracotte invetriate scintillano sotto al sole della Maremma. Gli ulivi del parco e la natura circostante fanno da contrasto ai colori vivaci e brillanti delle statue. Consigliata la visita ad adulti ma anche ai bambini.